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Riti di passaggio, al posto delle prove arrivano i provini – il Venerdì di Repubblica

9 Dicembre 2016

“Riti di passaggio, al posto delle prove arrivano i provini”. Ne ho parlato oggi sul Venerdì di Repubblica nella mia rubrica Miti d’Oggi, buona lettura!

ll grande Eduardo diceva che gli esami non finiscono mai. Oggi è vero il contrario. La nostra è una società che predica la meritocrazia ma, di fatto, non mette più alla prova le persone. Tant’è vero che ha depotenziato tutti i suoi riti di passaggio, come il diploma e la laurea.
O almeno li ha svuotati di ogni difficoltà. Trasformando così quelli che erano degli scalini da salire faticosamente, delle autentiche iniziazioni alla vita, in pure formalità. Il fatto è che gli adulti hanno ormai poco tempo e poca voglia di assumere le vesti severe dei tutori, degli iniziatori, dei mentori. O dei formatori. Genitori e insegnanti amano piacere, più che educare. Preferiscono la popolarità alla severità. E considerano qualsiasi fallimento un trauma insuperabile.
Non un’occasione di crescita. Le stesse riforme della scuola, che si sono succedute in questi anni, sembrano avere come unico scopo quello di ridurre le difficoltà. Di trasformare gli scalini in comodi tapis roulants .
E la maturità, che una volta era una verifica culturale e psicologica, l’esame che si sognava per tutta la vita, è diventata una performance in play back.
In realtà i riti di passaggio sono in declino, non tanto perché i figli si sottraggono, ma perché madri, padri e istituzioni hanno deciso di abdicare al loro ruolo. Tanto che i ragazzi si auto-educano, si auto-istruiscono. E le loro iniziazioni spesso se le fanno da soli, in forme inedite e spesso spiazzanti per gli adulti. Usando lo sport e lo star system come modelli. La performatività e la celebrità come valori. E le tecnologie digitali come strumenti. Così la vita diventa show. Le prove provini. E la formazione format.

Marino Niola
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