
L’Eden salutista diventa il giardino dei finti lonzini – il Venerdì di Repubblica
“L’Eden salutista diventa il giardino dei finti lonzini”. Ne ho parlato oggi sul Venerdì di Repubblica nella mia rubrica Miti d’oggi, buona lettura!
Guerra ai cibi fotocopia che della carne hanno solo il nome. Fiorentina vegana, hamburger di soia, salsicce di tofu, cotolette di ceci, mortadella vegetale. Contro queste clonazioni alimentari la Clitravi, associazione continentale delle industrie di trasformazione delle carni, ha fatto ricorso alla Commissione Europea per ottenere di regolamentare l’etichettatura di queste protesi da mangiare. Che si chiamano in un modo ma in realtà sono un’altra cosa. Qualunque sia la decisione che prenderanno le istituzioni comunitarie, resta la stranezza di nomi che evocano ingredienti che latitano. Facendo del salame di zucca, dei würstel veggie gli emblemi di una rimozione, della sostituzione di un oggetto del desiderio con un succedaneo che con l’originale non ha proprio nulla a che vedere.
Si tratta di una scorciatoia linguistica che in realtà nasconde una mancanza. E forse una voglia inconfessata. In fondo queste salsicce posticce si potrebbero presentare per quello che sono. Invece si identificano per ciò che non sono.
Forse perché si tratta di conglomerati alimentari che non hanno né storia né memoria. E allora per far breccia sui consumatori, le industrie li mascherano dietro l’eco profonda che certi alimenti-simbolo hanno nel nostro immaginario gastronomico.
Insomma si tratta cibi-senza, non sono innovazioni ma privazioni. Non riflettono il desiderio di qualcosa che ancora non c’è ma la rinuncia a quel che c’è. Tanta ossessione e poca immaginazione. Così la tavola diventa lo specchio delle nostre insicurezze, paure e fobie. Apparentemente un eden salutista. In realtà un giardino dei finti lonzini.
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