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Ecco come Carnevale fa rima con maiale – il Venerdì di Repubblica

13 Gennaio 2017

“Ecco come Carnevale fa rima con maiale”. Ne ho parlato oggi sul Venerdì di Repubblica nella mia rubrica Miti d’oggi, buona lettura!

Una volta demonizzato dai teologi, oggi condannato dai dietologi. Il maiale è da sempre simbolo dei piaceri della carne. Calori o calorie, porci o porcherie, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Sempre di trasgressione si tratta. È per questo che Carnevale fa rima con maiale. La bestia più allusiva e la festa più trasgressiva. Che inizia il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, conosciuto anche come l’amico del porcello. Perché viene sempre rappresentato in compagnia di un maialino, che secondo la leggenda aiutò Antonio a rubare il fuoco ai diavoli, per donarlo agli uomini. Come un Prometeo cristiano.
Anticamente dal grasso suino si ricavava l’unguento per curare l’herpes zoster, conosciuto proprio come fuoco di Sant’Antonio. Ecco perché ancora oggi, in tutta Europa, si accendono giganteschi falò in onore del santo per inaugurare il Carnevale. Tra i più belli d’Italia c’è sicuramente la Fòcara di Novoli, in Salento, una visionaria torre di babele alta 25 metri che quest’anno arderà dal 16 al 18 gennaio.  E avrà il suo climax con una grande festa a base di musica, danza, riflessioni intorno al fuoco affidate dal direttore artistico Loris Romano a grandi nomi della letteratura, del giornalismo, dell’arte e del design. Da Vinicio Capossela a DJ Donpasta, da Nicola Lagioia a Elio Germano, da Daniel Buren a Francesco Jodice e tanti altri ( www.focara.it).
Così la Fòcara diventa la versione winter della Notte della Taranta. Trasformando l’eredità del mondo contadino in una chance di sviluppo sostenibile. L’antichità popolare in modernità pop. Perché solo tenendo vivo il fuoco della memoria si può illuminare il cammino verso il futuro.

Marino Niola
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