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Con la street art nelle periferie il genio è civile – il Venerdì di Repubblica

11 Marzo 2017

AAA cercasi nuovi mitografi per Roma caput mundi. E dieci street artist hanno risposto all’appello dell’Anas e di MURo, il Museo di Urban Art di Roma fondato dall’artista David Diavù Vecchiato, che ha ideato questo nuovo progetto chiamato GRAArt. Un’azione artistica per valorizzare rampe, ponti, viadotti e sottopassi del Grande raccordo anulare con opere ispirate alla mitologia capitolina. Così, con il patrocinio del Ministero dei beni culturali, nei mesi scorsi Maupal, Lucamaleonte, Chekos, Camilla Falsini, il francese Veks van Hillik, gli uruguaiani Colectivo Licuado e molti altri, hanno trasfigurato lo squallore delle infrastrutture viarie in scenari visionari.
Chimere pop. Coloratissimi bucrani, i teschi di bue portafortuna onnipresenti nell’arte antica. E in via Scimoncelli, Maupal ha disegnato una gigantesca fontanella zampillante acqua celeste con alla base il motto di Sant’Antonio di Padova che papa Sisto V, grande costruttore di fontane pubbliche, fece scolpire sotto l’obelisco di San Pietro. “Ecco la Croce del Signore! Fuggite forze nemiche! Ha vinto il Leone di Giuda. La radice di Davide!”.

Uno splendido vade retro in versione eco-ludica contro le tentazioni del presente. Perché queste opere hanno un intento civico meritorio. Proprio come nel caso dei murales del Quadraro, dove MURo ha legato a doppio filo la creazione di un museo a cielo aperto con la resistenza civile del quartiere romano che non si piegò al nazi-fascismo. Riqualificando sia gli spazi con una trentina di opere sia le relazioni sociali con dei tour, in bicicletta e a piedi, con guide qualificate. Se è vero che la funzione dell’arte è di rimettere in ordine la città e il suo immaginario, GRAArt fa ridiventare civile il genio e il Genio davvero civile.

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Marino Niola
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