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Lo strip nell’era del voyeurismo di massa – la Repubblica

24 Aprile 2017

L’esposizione universale delle pudenda sta diventando un vizio. Sempre più spesso artisti e sedicenti tali si denudano davanti alle opere d’arte più celebri per entrare nel campo visivo del voyeurismo di massa. Fotografati, filmati, instagrammati, youtubati e postati dalle folle di turisti che, al cospetto dei grandi capolavori, sparano fotogrammi a ripetizione. E se tra tanti pixel ci scappa qualche pisello, è un plus.
Adrián Pino Oliveira, l’artista spagnolo che sabato si è immerso nella fontana di Trevi come mamma l’ha fatto, non è nuovo a queste azioni. Lo aveva già fatto agli Uffizi e al Louvre. Lato B verso la statua, lato A verso gli obiettivi puntati sulle sue vergogne.
E proprio mentre lui emulava Anita Eckberg nelle acque della Dolce vita, al Louvre erano alle prese con la performer lussemburghese Deborah De Robertis, che si è piazzata davanti alla Gioconda e ha messo in mostra i suoi gioielli indiscreti, al grido di Monna Lisa, Monna Lisa! Ed è partito un coro da stadio. Anche Deborah è recidiva, perché si era già esibita, nature, al Museo d’Orsay accanto alla celeberrima Origine del mondo di Courbet, più rivelatrice di Sharon Stone in Basic Instinct, e ha replicato la scena del quadro.
È vero che il rapporto tra l’arte e la nudità è antico quanto il mondo. Dalle veneri preistoriche alle sculture greche, fino ai David di Donatello e Michelangelo. Ma se una volta gli artisti denudavano l’opera, a partire dagli anni Settanta hanno cominciato a denudare se stessi. Per fare del proprio corpo la vera opera. I primi furono Marina Abramovic e suo marito Ulay alla Galleria d’arte moderna di Bologna e subito dopo al MoMa di New York. Poi vennero Jeff Koons e Cicciolina. E infine la body artist svizzera Milo Moiré, che nel 2015 si aggirava senza veli nel Westfalian Museum di Münster dicendo “il capolavoro sono io”.
Adesso il prossimo strip museale lo faranno probabilmente i visitatori, ansiosi a loro volta di entrare nel quadro. Evidentemente nessuno più vuol solo guardare ma tutti vogliono esserci. Rompere gli schemi. O rompere e basta.

Marino Niola
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