
Il popolo francese fa le rivoluzioni (anche in famiglia) – il Venerdì di Repubblica
In Francia la famiglia si è messa en marche!. E mostra di essere al passo con i tempi e le sensibilità che cambiano.
In questi giorni la politica e la società transalpine ci hanno offerto due esempi di questa civilissima apertura al futuro. Il primo viene dalla storia d’amore tra Emmanuel Macron e Brigitte Trogneux, ventiquattro anni più di lui e oltretutto sua ex insegnante.
Un amore scoppiato quando Emmanuel era ancora minorenne. Un doppio schiaffo all’icona familista che domina l’immaginario mediatico. E che ha sempre meno rispondenza nella vita reale di milioni di coppie.
L’altro esempio è quello di Etienne Cardiles, il compagno di Xavier Jugelé, l’agente trucidato sugli Champs Elysées lo scorso 20 maggio.
La Repubblica francese ha chiamato a commemorare il poliziotto non la madre o i fratelli, ma lui, il suo partner. Cioè
l’uomo con cui Xavier aveva scelto di dividere la sua esistenza, alla faccia del bigottismo agropastorale purtroppo ancora tanto diffuso. E il discorso di Etienne è stato una lezione di civiltà. Il suo «ti amo», pronunciato durante la cerimonia alla presenza delle autorità e davanti alle telecamere di mezzo mondo, è stato un gesto rivoluzionario.
Tipico di un Paese che, come mostra la storia, alle rivoluzioni ci crede e le fa. Nel pubblico come nel privato. Perché a metterle in moto sono i cittadini. Con il coraggio delle idee, con le loro condotte quotidiane. Credendo davvero e non solo a parole, che la famiglia è un bene comune, non una mummia imbalsamata nei secoli dei secoli. E che la sua ragion d’essere è semplicemente l’amore.
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