
Attenti a quei due, fanno tremare il nostro mondo – il Venerdì di Repubblica
Isis e mutamento climatico. Sono i due incubi che tolgono il sonno al cittadino globale. Lo rivela una recentissima indagine del Pew Research Center, condotta su un campione di 42 mila soggetti distribuiti su 38 Paesi. Il terrorismo islamico e il riscaldamento della Terra si contendono la vetta dell’inquietante classifica rispettivamente con il 62 e il 61 per cento. Seguono, con un distacco di dieci punti, gli attacchi informatici, la crisi economica e il problema dei rifugiati. E se la classifica generale conferma quel che già si sente e si dice in video, in voce e in rete, le classifiche relative ai singoli Stati riflettono un’intessante ricollocazione geopolitica dell’insicurezza contemporanea.
Così in nazioni come Germania, Francia, Regno Unito e Usa sono terrorizzati soprattutto dagli attentati – ne hanno tutte le ragioni – mentre la crisi economica fa meno paura. Lo stesso dicasi per Paesi che la violenza jihadista ce l’hanno in casa, come quelli mediorientali, Israele compreso. Mentre in Grecia, presa in mezzo tra disoccupazione e sbarchi, come c’era da attendersi, la recessione spaventa più delle bombe. E appena un po’ meno dei profughi. Che, a dire la verità, turbano i sogni di moltissimi Paesi. In Ungheria sono addirittura al primo posto, in Turchia e in Polonia al secondo. Proprio come in Italia. Dove un imponente 85 per cento vede nella violenza islamista il pericolo numero uno. Seguita dalla marea dei profughi e dalla catastrofe ecologica, a pari merito con il 65 per cento. Due aspetti complementari di un’apocalisse double face. Una naturale l’altra sociale.
A conferma del fatto che «la paura ha mille occhi e può vedere perfino sottoterra». Lo diceva Cervantes. E alla luce di questa classifica, ci aveva preso in pieno.
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