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Il dolce stil medio da insegnare alla generazione Z – il Venerdì di Repubblica

22 Settembre 2017

Restituire il futuro ai giovani. Coi tempi che corrono sembra una mission impossible . E forse lo è. Eppure bisogna provarci. E Andrea Segrè accetta la sfida di parlare alla Generazione Z. Quella che va dai 13 ai 30. Che è cresciuta a latte e tablet. Che nuota nel web come un pesce nell’acqua. Ma fuori dal mondo liquido non vede un orizzonte davanti a sé.
Eppure il futuro c’è. E l’economista dell’Alma Mater, nonché presidente di Fico, il più grande parco agroalimentare del mondo, che aprirà i battenti il 15 novembre a Bologna, lo sa bene. E prova a delinearlo nel suo nuovo libro Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z (Mondadori, pp. 150, euro 17).
Un manifesto intelligente e pacato che propone di avere come obiettivo nella vita un “dolce stil medio” equidistante dalla bulimia consumistica come dall’antagonismo urlato e senza costrutto, ma anche dal qualunquismo del “nulla cambierà mai”. I pilastri dello stilmedismo sono la lotta allo spreco alimentare, la cura di sé, degli altri e della natura, il rispetto, la giustizia, l’equità, la sobrietà e la sostenibilità. Perché, dice l’autore, noi stiamo lasciando ai ragazzi un mondo insostenibile. E per uscirne devono scendere in campo e prenderlo loro in mano e in testa. Ma anche in pancia. Con ragione e passione, tenacia e speranza. È quel che hanno sempre fatto le generazioni per prendersi la scena della storia. Non si vede perché non possano farlo i Centennials di questo secolo. Insomma la medietà di cui parla Segrè è il contrario della mediocrità. È casomai un modo contemporaneo di coniugare talenti e sentimenti. Così il proverbiale in medio stat virtus degli antichi torna, ma in versione 4.0.

Marino Niola
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