
La magia di Capri si accende come una lampadina – il Venerdì di Repubblica
Capri? È uno dei punti magnetici dell’universo, diceva Alberto Savinio. Forse per questo attrae da sempre personaggi inquieti, elettrizzati, elettrizzanti. Come Friedrich Nietzsche, Gorkij e Lenin, Lou Andreas-Salomé, Sibilla Aleramo. E l’artista Joseph Beuys, autore di Capri batterie, una lampadina alimentata da un limone. Spiriti rivoluzionari.
Proprio come i protagonisti di Capri-Revolution, il nuovo, bellissimo film di Mario Martone, ideato e sceneggiato con Ippolita di Majo. A essere agitati dal campo di forze che si sprigiona dall’isola azzurra sono Lucia, una capraia che vive una vita primitiva e selvatica, una comune di artisti nordeuropei, naturisti, pacifisti, nudisti, vegetariani, e un giovane medico comunista che crede nella lotta di classe. Ciascuno di loro vorrebbe cambiare il mondo, ma le loro ricette sono diverse. I nordici cercano nell’energia omerica di Capri l’ispirazione per un rinnovamento radicale di sé attraverso la creatività e l’armonia cosmica. Il dottore vorrebbe fondare una società nuova con gli strumenti della scienza. Mentre Lucia trova nella cultura lo strumento della sua emancipazione.
E il passaporto per la libertà.
Cambiano i tempi, ma questa isola continua a ispirare utopie, idee, filosofie. E insieme a sanare le ferite interiori. Non a caso lo scrittore inglese Norman Douglas nel bestseller Vento del Sud la chiama Nepente, senza dolore.
Energia trasformatrice e calma olimpica sono i due poli che attivano da sempre quel campo magnetico che fa dell’isola un mito galleggiante. Una lampadina che si accende, proprio come quella di Joseph Beuys, ogni volta che il mondo sente il bisogno di ridiventare giovane per cambiare anima e pelle.
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