
Da Pordenone sette password per il futuro – il Venerdì di Repubblica
Sette parole per i prossimi vent’anni. È il regalo che Pordenonelegge, la Festa del Libro con gli autori (18-22 settembre), si fa e ci fa per festeggiare il ventesimo compleanno. Razza, paura, bellezza, sessualità, amicizia, mito, musica, sono i lemmi scelti dagli organizzatori, Gian Mario Villalta, Paolo Garlini e Valentina Gasparet, come password in grado di aprire i file più urgenti del nostro tempo in transizione. Del resto, basta scorrere l’elenco per cogliere la crucialità dei temi che saranno trattati dagli scrittori: Antonia Arslan, Lucetta Scaraffia, Elisabetta Moro, Nadia Fusini, Guido Barbujani, Carlo Boccadoro e altri.
A sottolineare la centralità della cultura come fattore di civiltà e di sviluppo, Pordenone sarà presidiata da sagome delle lettere dell’alfabeto, tre metri di altezza per tre quintali di peso. A conclusione della manifestazione queste immense sentinelle del logos verranno sistemate in un parco cittadino. E chiunque, privati, organizzazioni, imprese, potrà adottarne una e vedere il suo nome inciso sulla base dell’opera. Come dire che le lettere sono la materia prima delle parole, cioè delle chiavi per la conoscenza e la trasformazione della realtà, strumenti dell’essere e del benessere.
Che il Festival friulano sia una straordinaria fabbrica di cultura lo mostrano le cifre, che testimoniano l’impatto sociale ed economico della manifestazione. Diventata, con i suoi 130 mila visitatori da ogni Paese, interfaccia tra la città friulana e il mondo, una macchina capace di autofinanziarsi e di distribuire ricchezza. Si calcola che per ogni euro investito sulla festa, ne tornino più di sette distribuiti tra città e provincia. In più, l’80 per cento dei visitatori acquista almeno un libro e il grado di soddisfazione espresso dal pubblico è di 8,5 su 10.
Insomma, la cultura produce valore e plusvalore.
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