
L’amore trionfa almeno sulla carta – il Venerdì di Repubblica
Scrivere per amore o scrivere dell’amore. Non fa molta differenza, perché si tratta in entrambi i casi della fiamma che accende la vita. È per questo che gli antichi consideravano Eros il più potente di tutti gli dèi. Tutto quel che conosciamo dell’amore, diceva la grande scrittrice Emily Dickinson, è che l’amore è tutto. E su questo tutto, che ciascuno sente e che nessuno sa spiegare, si versano da sempre fiumi d’inchiostro, nella speranza che quella corrente che travolge, destabilizza e guarisce resti impigliata nella rete delle nostre parole.
Per questo, da che mondo è mondo scriviamo d’amore e per amore.
E una festa della scrittura amorosa non poteva avere epicentro migliore di Verona, la città di Giulietta e Romeo, i due amanti più celebri di ogni tempo. Che al tema ha dedicato il bellissimo premio letterario Scrivere per amore, nato nel 1996. E che da quest’anno (fno a domani, 19 ottobre) diventa un vero e proprio Festival del discorso amoroso.
All’appello degli organizzatori – il Club di Giulietta, il Comune di Verona e la Fondazione Pordenonelegge – e della giuria presieduta da Michela Marzano, ha risposto un folto gruppo di autori. Che in questi giorni si ritrovano nella città dei Montecchi e dei Capuleti, insieme a giornalisti, poeti e scrittori del calibro di Leonetta Bentivoglio, Gian Mario Villalta, Flavio Ermini, Giulia Rusconi per parlare tutti insieme delle emergenze e delle conseguenze dell’amore.
Scrivere per amore si concluderà domani sera al Teatro Nuovo (Piazza Viviani) quando i finalisti dialogheranno con i giurati, Andrea Marcolongo, Eliana Liotta, la presidente Marzano e il sottoscritto. Con la proclamazione del vincitore l’amore trionferà. Almeno sulla carta. E non è poco.
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