
Le asettiche parole non bastano più – il Caffè
Il linguaggio prima di significare qualcosa, significa per qualcuno, diceva…
Romeo e Giulietta, Didone ed Enea, Orlando e Angelica, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca. Love story e Il tempo delle mele, Titanic e Forrest Gump. La storia dell’amore è fatta di colpi di fulmine, a volte disperatamente unilaterali, altre per fortuna felicemente bilaterali. Un mistero che resiste da migliaia di anni e nasce molto prima che il romanticismo tentasse di farne un suo brand esclusivo.
A dirlo è Jean Claude Bologne in un bel libro appena uscito in Francia (Histoire du coup de foudre, Edizioni Albin Michel), una vera e propria ricapitolazione enciclopedica della folgorazione passionale dalle origini ai nostri giorni. Il primo caso storicamente attestato ha più di tremila anni ed è quello del faraone Ramsete II.
Che all’età, a quel tempo venerabile di sessant’anni, più o meno come cento di adesso, si invaghì follemente della principessa ittita Maat-Hor Neferura, letteralmente “bellezza divina”, che gli fece l’effetto di un elettroshock.
Gli uomini s’interrogano da sempre su questa forza misteriosa e capricciosa che colpisce alla cieca e fa strage di cuori. L’hanno attribuita alla magia, agli dei, al diavolo, al magnetismo, alla chimica, alla fisica e più di recnte alla neurobiologia. Ma in realtà tempi e modi delle frecce di Cupido restano imprevedibili e inspiegabili. Lo dimostra il vocabolario dell’amore a prima vista, che non ha posto per le spiegazioni e non vuol sentire ragioni. Arrossire, impallidire, svenire, gelare, avvampare, sudare. Sentimenti e trasalimenti che hanno tutti in comune l’immediatezza, la folgorazione, l’emozione. Un big bang delle passioni. In barba ai feromoni.
Il linguaggio prima di significare qualcosa, significa per qualcuno, diceva…
Strade vuote e case piene. Il coronavirus cambia le nostre…
Se non altro non li manifestiamo perché, almeno un po’,…
Discussion about this post