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Epidemia d’ansia: il male di un’epoca col tempo “zippato” – il Venerdì di Repubblica

7 Luglio 2017

L’Occidente sta finalmente uscendodall’era della depressione. Ma sta decisamente entrando in quella dell’ansia. A lanciare l’allarme è un articolo uscito sul New York Times a firma di Alex Williams. Titolo Prozac Nation Is Now the United States of Xanax. Cioè il Paese del Prozac è diventato gli Stati Uniti dello Xanax.
Così i due farmaci diventano simbolo di un passaggio epocale. Dal congedo depressivo del secolo breve, dalla melanconia di un tempo al tramonto, all’accelerazione sempre più ansiogena del nuovo che avanza.
In realtà le grandi mutazioni storiche si accompagnano sempre a un’accelerazione del ritmo sociale che cambia il sentimento del tempo. È stato così all’inizio della modernità, quando l’orologio è entrato a gamba tesa nella vita delle persone comuni. Ed è diventato un timer esistenziale.
Non a caso il grande filosofo Leibniz notava che in tedesco la parola Unruhe indica sia l’inquietudine sia il bilanciere
dell’orologio. Come dire che il ticchettio delle lancette corrisponde a una fibrillazione del mondo. In realtà, ieri come oggi, ad accelerare la storia sono sempre le innovazioni tecnologiche. Ecco perché adesso la digitalizzazione del quotidiano risincronizza ancora una volta il tempo sociale e costringe tutti noi a vivere cronometro alla mano. Lanciati in una rincorsa affannosa che moltiplica le azioni nell’unità di tempo e ci condanna a un perenne affanno da multitasking. Così, non potendo avere le fatidiche giornate di 48 ore corriamo sempre di più. Non riuscendo ad allungare il tempo lo abbiamo zippato. E l’effetto collaterale di questa condizione da born to run è un’epidemia di agitazione.

Marino Niola
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