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Le grandi avversarie del pensiero unico? Tu chiamale emozioni – il Venerdì di Repubblica

17 Agosto 2018

Didiventare selvatici per salvarsi. Non è l’ennesimo manifesto del politicamente scorretto, ma il programma dello Sponz Fest 2018, il Festival ideato e diretto da Vinicio Capossela, il più dionisiaco dei nostri musicisti (www.sponzfest.it). Che quest’anno, tra il 21 e il 26 agosto, andrà itinerando nelle terre della Cupa, quell’angolo d’Irpinia che Capossela ha trasformato in una regione dell’anima. Calitri, Cairano, Lacedonia, Morra De Sanctis, Sant’Angelo dei Lombardi, Villamaina saranno le diverse tappe di una discesa verso le radici selvatiche della vita. Quelle che abbiamo smarrito per eccesso di addomesticamento, di mansuetudine. In altre parole, è l’omologazione dei corpi e delle animeche ci ha allontanato dalla parte sanamente animale di noi, quella degli slanci, degli istinti, delle emozioni, per rinchiuderci rassegnati e formattati nella nostra cattività quotidiana, fatta di lavoro e di consumi. Una condizione che ha il suo placebo nella televisione, che ci addormenta in solitudine.
E ha il suo nocebo nei social, che riserrano ciascuno di noi nel suo individualismo malmostoso e risentito.
Comunicante ma asociale. Insomma lo Sponz Fest ci invita a un cammino verso la regione rimossa della nostra esistenza, quella che si manifesta nei momenti veramente condivisi, che siano festosi o che siano dolorosi.
Per riscoprire in riti mascherati, apparentemente lontani e arcaici, come quelli dei Rumiti di Satriano di Lucania, dei Merdules di Ottana, in Sardegna, e dei Krampus di Canazei, in Trentino, l’altra faccia del nostro essere. La parte bio dell’io. Insomma marciamo ballando e cantando contro il pensiero unico.

Marino Niola
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