
Essere gentili fa sempre bene. E conviene – il Venerdì di Repubblica
La gentilezza è la catena d’oro che tiene insieme la società, diceva il grande Wolfgang Goethe.
In effetti l’autore del Faust voleva significare che essere gentili, come dice l’etimologia della parola, equivale a trattare chiunque come se appartenesse alla nostra stessa gente, come un familiare.
Oggi nella società della competitività spietata e della performatività sfrenata, che premia vincenti e rampanti, la gentilezza fa quasi rima con debolezza, sembra una virtù datata. Da rispolverare al massimo in giorni come questi, quando l’aggressività quotidiana viene messa in stand-by e lascia il posto a una bontà da White Christmas.
E invece no. Essere cortesi è un investimento conveniente, sempre e comunque. Adesso lo dice anche la scienza. Una ricerca condotta da Rita Justice dell’Università del Texas, insieme a Robert Emmons dell’Università della California, dimostra, infatti, che essere disponibili, aperti, soccorrevoli fa bene alla salute degli individui e delle collettività. In altri termini un sorriso aiuta a combattere lo stress, la depressione e ci fa dormire sonni più tranquilli. In pace con gli altri e quindi con noi stessi. E in più, aumenta il livello di efficienza, fa crescere l’autostima, incrementa il capitale cognitivo. Sembra la ricetta di Mary Poppins e invece è una verità profonda, che trova riscontro perfino tra gli animali. Gli studi degli etologi confermano che tra i nostri fratelli a quattro e a due zampe i soggetti meno aggressivi, quelli che fanno agli altri buona cera, sono i più rispettati, ma anche amati e desiderati. Come dire, se vuoi avere labbra attraenti pronuncia frasi gentili. Parola di Audrey Hepburn.
Discussion about this post