
Strade pericolose: un’app mappa le città a misura di donna – il Venerdì di Repubblica
Città a misura di donna? Con la tecnologia è più facile.
Se muoversi in un luogo sconosciuto può essere pericoloso, per le donne il pericolo è doppio. Ma adesso il web viene in loro aiuto.
Con una serie di app che forniscono indicazioni per quelle che si muovono da sole e non possono, o non vogliono, ricorrere alla protezione maschile.
Le strade da fare, quelle da evitare, gli orari più protetti, l’affollamento, l’illuminazione. Mappe tracciate da donne per altre donne. Che riscrivono la geografia della città da un punto di vista femminile, per esempio colorando diversamente le strade in base ai livelli di rischio.
«Abbiamo coinvolto altre ragazze e abbiamo esplorato il problema attraverso le loro storie di mobilità» dice Eleonora Gargiulo, cofondatrice e Ceo di Wher, l’applicazione per una città woman friendly. E non è la sola. I prodotti di questo tipo sono in crescita anche perché l’aumento della mobilità femminile, che è un fenomeno assolutamente positivo, ha come risvolto negativo un’esposizione crescente al pericolo di violenza o di semplice stalking. Siamo sicure!, SecurWoman 2.0, S.H.A.W., bSafe, sono solo alcuni dei nomi dellee app che creano community di utenti, sono dotate di dispositivi di allarme immediati,
geolocalizzano la persona che ha bisogno di soccorso, creano reti di contatti da avvisare in caso di bisogno. E c’è anche un’applicazione ufficiale e gratuita del 112, utilissima per tutti. Si chiama Where Are U, costantemente connessa con le centrali di risposta del numero unico d’emergenza. Insomma se la rete diventa più rosa è un vantaggio per tutti. Perché la cittadinanza non ha genere.
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