
I capolavori meglio guardarli dall’alto in basso – il Venerdì di Repubblica
Di solito le cupole si ammirano dal basso in alto, con naso all’aria e cervicale che scricchiola. Ma guardarle dall’alto in basso è tutta un’altra cosa. E se poi si tratta della più grande volta ellittica del mondo, alta ben sessanta metri, è come mettersi dal punto di vista di Dio. È quel che hanno pensato i ragazzi di Kalatà, una start up di Mondovì nel cuneese, che propone un modo inedito di visitare lo splendido Santuario di Vicoforte, uno dei capolavori del barocco europeo, incastonato tra le Langhe e le Alpi. Magnificat è il suggestivo nome della loro iniziativa, che consente agli appassionati di contemplare a distanza ravvicinatissima i seimila metri quadrati di affreschi che impreziosiscono il soffitto. Ed entrare, letteralmente, a far parte di quel gioco di ombre e iridescenze, che aggiunge una particolare magia alle scene, dipinte nel Settecento da Maria Bortoli e Felice Biella, e dedicate alla storia di Maria: la nascita, l’esistenza terrena della Madre di Cristo e la sua Assunzione avvolta da uno sfolgorio celeste.
Il percorso di visita è misteriosamente suggestivo, perché si snoda attraverso i camminamenti costruiti dalle maestranze durante la costruzione del complesso e consente di entrare per la prima volta in luoghi mai aperti al pubblico. A quell’altezza vertiginosa, ci si trova vis-à-vis con le pitture. Ma soprattutto volgendo lo sguardo a terra lo spazio si allarga come un imbuto mentre gli archi sembrano lanciarsi verso di noi. È l’architettura che prende vita e tutto per un cambiamento di prospettiva. In realtà il viaggio estetico e iniziatico ideato da Kalatà è solo un esempio delle possibilità offerte da un immenso giacimento patrimoniale come quello italiano. Disseminato in angoli appartati che promettono esperienze straordinarie. Basta moltiplicare i punti di vista.
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